Siamo appena rientrati da un viaggio in Asia Centrale dove, con un gruppo di ragazzi, abbiamo avuto la gioia di incontrare una nostra operaia che, da tempo, serve il Signore in una nazione tanto ostica al vangelo.
Servire e scoprire la propria chiamata al grande mandato rimangono gli obiettivi cardine dei viaggi a breve termine che compiamo nel corso dell’anno.
In questo cerchiamo di edificare e benedire la Chiesa da qui fino all’estremità della terra.
Chi è andato, chi li ha accolti…saranno loro a raccontare di quella Gloria tra le nazioni.
Giulia (operaia in Asia centrale)
Com'è stato per me ricevere un gruppo?
Vedere italiani servire il popolo dell'Asia Centrale è stata prima di tutto una risposta ad una preghiera fatta 7 anni fa ed a cui Papà non ha mancato di rispondere al momento più opportuno.
Mi ha sorpreso vedere l'attitudine di ragazzi così giovani che, senza risparmio, si sono dati nel servizio e nel condividere una parola da parte del Signore per benedire e servire un popolo per mezzo di talenti ricevuti da Lui.
I limiti culturali e linguistici sono divenuti nelle sue mani opportunità di espandere la Sua gloria dando la possibilità di creare ponti, scambiarsi contatti e seminare in cuori con la piena convinzione che Lui continuerà ad annaffiare e a portare a termine ciò che ha iniziato!
Se posso sintetizzare il viaggio con un versetto mi viene in mente Efesini 3:20 “Mediante la Sua Potenza che opera in noi, Lui ha fatto infinitamente al dì là di quello che abbiamo domandato ed immaginato”.
A Lui sia la gloria nella chiesa in Asia Centrale!
Maria (viaggiatrice)
Non è facile riuscire a trasmettere quanto ho ricevuto in questo viaggio.
Dio ci ha regalato incontri straordinari con fratelli e sorelle, con le loro vite, le loro storie, i loro cuori.
Molte delle cose che abbiamo ascoltato ci hanno commosso e toccato. Non un sentimento puramente emotivo; ma più profondo ed intimo. Ci siamo sentiti uno con loro, abbiamo sentito di appartenere allo stesso popolo. Un popolo che parla la stessa lingua del cielo, che sta andando nella stessa direzione, con lo stesso obiettivo; quello di annunciare ad altri ancora che Gesù è il Salvatore.
Ricordo una parola in uno di questi quando sperimenti Gesù, la Sua luce, ecco che non vuoi più tornare indietro. Per Gesù vale sempre la pena, anche quando sei percosso a motivo della scelta di seguirLo”.
La loro determinazione, la costanza, la fede autentica e pratica, quegli occhi pieni di luce, i loro sorrisi, i loro abbracci, le loro lacrime, il loro amore; ecco tutto questo si è scolpito indelebile nel mio cuore e prego che porti frutto nella mia vita e non solo.
Sara (viaggiatrice)
"Viaggiare ti apre la mente!”. Questa frase ritorna nella mia vita sin da bambina. Però questo tipo di viaggio non ha aperto la mia mente, ha allargato il mio cuore.
I nostri occhi si aprono e realizzano il senso delle cose del Padre. Un viaggio dove la preghiera, l'adorazione e l'Amore sono stati il filo conduttore di ogni giornata e dove Papà ha rivelato di più del Suo cuore per i Suoi figli e per quelle pecore non ancora raggiunte. Perché è stato proprio questo, un toccare con mano un amore disarmante. Quello scritto nel Libro, quello che copre una gran quantità di peccati, quello da cui veniamo riconosciuti. Abbiamo incontrato vite che vivono la Bibbia, vite che ardono per vedere i cieli qui su questa terra.
Forza e coraggio, per questo tipo di viaggi ne vale proprio la pena.
Marco (viaggiatore)
Non c’è niente di troppo complesso: Dio regna ed i suoi figli vivono per il Regno.
Li, in quella porzione di terra così accogliente e con le vibes da mille e una notte, fervente lo sei per sopravvivenza. O così o torni indietro, o così o si è morti peggio che col battito piatto.
Una tortura per le nostre tiepide anime individualistiche. “Per cosa posso pregare per te?”, chiedevamo. Non c’era una risposta definita, forse c’erano bisogni e necessità più grandi del compimento di una singola richiesta personale. Con una tavola imbandita con le migliori leccornie e gli occhi gonfi per le lacrime quella donna di un semplice villaggio ci disse come attraverso la storia di emarginazione di suo figlio per la fede una donna fosse venuta a salvezza. È lì: Dio al centro, l’uomo con tutte le possibili difficoltà, lo segue.
Continuando a lodare e pregare in una stanza, in una chiesa raggiunta a piedi scalzi, o in un parco mentre si gioca con degli amici conosciuti non per amicizia, ma per amore.
Sempre uno, sempre una sola voce, in qualsiasi lingua Dio ci abbia messo in corpo. Non io e tu diversi e incomprensibili, ma sempre uno. Che sia famiglia o corpo, per tutti gli arti ancora col formicolio, schiacciati da troppo tempo e solo da risvegliare, con rispetto e amore. Uno con loro, con rispetto, lacrime, fuoco e amore.