Ogni viaggio porta sempre con sé nuove esperienze, nuove possibilità di conosce Dio, di servirlo e viverlo al di fuori delle nostre zone di comfort.
Nuovi volti, nuovi cuori, nuove vite che si intrecciano tra le strade che Dio ha disegnato per parlare della Sua gloria e grandezza tra le nazioni.
La gioia più grande nel ricevere una tale benedizione nella propria vita è, prima di tutto, quella di poterla condividere per benedire a nostra volta chi ci sta intorno.
Siamo benedetti per benedire!
È il nostro DNA di cristiani, quel tratto di carattere che ci distingue e che racconta di Colui che è fonte di ogni cosa nelle nostre vite.
In questo alcuni ragazzi e ragazze, che hanno composto il team del recente viaggio in Africa Sub - Sahariana, vogliono condividere quella pagina di vita in Cristo che hanno potuto vivere tra le polverose strade di quella nazione.
Un po' come i discepoli di Emmaus che ritornano alla “nostra Gerusalemme” per raccontare di quanto hanno vissuto.
"Un viaggio che rimane impresso nella memoria, fatto di sguardi e sorrisi che toccano il cuore.
Iniziato osservando i talibé per strada e continuato, poi, con l'incontro di un uomo mussulmano.
Lo slancio con cui quest’uomo parlava e condivideva della sua fede mi ha davvero colpito. Nei suoi occhi e nelle sue parole si percepiva una passione che, purtroppo, non è sempre evidente in Occidente quando parliamo di Dio.
Questo momento, come l'intero viaggio, mi hanno fatto comprendere che per trasmettere un messaggio non bastano solo parole o azioni; serve un cuore appassionato e colmo di amore.
Ho visto la stessa dedizione, passione e amore negli operai che servono lì."
- Juan Carlos -
"In questo viaggio Dio mi ha fatto vedere come il Suo amore, attraverso le vite di persone che decidono di servirLo, cambi l’esistenza ed il futuro di chi non ne aveva uno. Lì, Dio mi ha ricordato che Lui sa i pensieri che medita per noi: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11).
Di questo viaggio, vissuto con mia moglie, non possiamo dimenticare quei momenti trascorsi con tutti loro, così come non possiamo essere indifferenti a questo enorme bisogno.
In mezzo a loro ci sentivamo a nostro agio; al posto giusto. Non capiamo ancora il perché, ma è quello che il nostro cuore testimonia.
La presenza del nostro team è stata di grande incoraggiamento e consolazione per quegli operai che servono in quel paese e ha testimoniato loro di una chiesa, quella italiana, che prega, intercede e ama!
Gesù rimane la risposta per questi popoli, ma vuole usarsi di noi per raggiungerli."
- Rino -
Sapevo già, purtroppo, che nel mondo non tutti i bambini hanno pari opportunità e diritti, ma vedere la condizione dei talibé in Senegal è stato davvero sconvolgente. Abbandonati a loro stessi, privati del diritto al gioco e alla musica, trascorrono le giornate elemosinando, senza dignità né speranza. Questa è la loro vita. Quello che Dio mi ha fatto capire è che sono soli, persi e dimenticati e che Il loro bisogno di amore e di conoscere Gesù è molto più alto del loro bisogno di pacchi alimentari. Serve la preghiera, ma anche tempo di qualità da passare con loro. Laddove non si può parlare liberamente di Gesù, possiamo comunque mostrarne l’amore: con un abbraccio, una carezza e un’attenzione che per loro fa la differenza.
- Michelle -
Cosa scriverà Dio nella tua vita, come ti userà per benedire le nazioni, in quale misura sarai chiamato a servirlo tra i non raggiunti?
Scopriamolo assieme, viaggiamo assieme, serviamo assieme!